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Una volta, le streghe a Pitigliano si ungevano

 

Solo perché non ci credete, non vuol dire che non sia vero.

 

Un’antica leggenda racconta che tempo fa, nel paese di Pitigliano vivevano alcune donne particolari…erano “Streghe”.

Le streghe si incontravano in segreto, sempre e solo di martedì a Pitigliano, sempre e solo intorno alla Fontana nella “Piazza della Repubblica”
Di notte,
certamente le streghe amavano nascondersi e per non essere riconosciute dalla gente, si trasformavano in animali.
Si racconta che le streghe preferivano assumere sembianze di gatte dal pelo lungo o di volpi con la coda morbida .

 

“Noi si và in Maremma a ballare, dicevano le streghe”

Così le streghe di Pitigliano preparandosi ai festini del venerdì, usavano  spalmare i loro corpi nudi con degli unguenti magici cantando davanti al fuoco un rituale magico, che iniziava sempre con questa formula magica:

” Mi ungo e mi riungo e in un’ora ora vado e torno,  sotto acqua e sopra vento vado alle noce di Buonconvento..oh ” 

Partivano da Pitigliano tutte insieme le donne Streghe unte e riunte. A cavallo di asini o di cavalli rubati nelle stalle dei contadi del luogo oppure a cavallo di scope. All’improvviso si vedano volare in cielo, partivano per  andare chissà dove e da chi?  

Si dà per certo che i loro festini durassero notti intere. Le streghe  ballavano davanti al fuoco, saltavano, sudavano ed intrecciavano misteriosamente tutte le criniere dei cavalli.

Stanche ed esauste tornavano nel paese ma, eccitate per sfogarsi ancora usavano rapire i bambini piccoli nelle case del borgo.

Le streghe di Pitigliano erano donne ludiche, amavano curare i “cittini “ .
Il divertimento e il loro sfogo era nel tenere i bambini e coccolarli, fino a che l’ansia delle madri non lo impediva.

Quando capivano di aver superato la soglia della tolleranza, le streghe di Pitigliano ri- consegnavano con dolcezza i bambini uno per uno nelle case, in silenzio e di nascosto.

All’epoca la gente del luogo aveva paura di queste strane, imprevedibili e irriconoscibili donne.
Si racconta che, per difendersi da loro, fosse usanza appendere ramoscelli di ginepro o di pizzicatopo davanti alle stalle e alle porte delle case.

Buon Halloween a tutti!

 

Dal libro ” Fiabe e Storie della Maremma ”

di Roberto Ferretti – Edizioni Effigi

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