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I Lavatoi Medicei a Pitigliano e le voci delle donne

 

Una cosa bella è bella anche con le luci spente e se non c’è nessuno a guardarla, e questo è tutto quello che ho capito della bellezza.
(F.Caramagna)

E’ una mattina uggiosa e umida, a Pitigliano.

Entro nel borgo per comprare il giornale, ma prima di oltrepassare l’arco mi fermo  come faccio sempre sulla piazzetta antecedente, Piazza Petruccioli.

Dall’affaccio della piazza mi piace guardare la valle intorno al paese con  il  fiume che scorre in basso. Mi piace perdermi guardando il cielo dove stormi di corvi disegnano  con ostinazione impensabili figure.

“Mi scusi posso chiederle dove si arriva scendendo queste scale?

Una voce fresca mi arriva dalle spalle. Mi giro e vedo una ragazza con una faccia simpatica che aspetta ansiosa la mia risposta.

Ha un cappello di lana colorato,  uno zainetto sulle spalle e uno smart phone con una cover viola fra le mani.

E’ una studentessa, penso e anche curiosa ed esigente.

“Non trovo cartelli che danno indicazioni sul percorso sotto il paese – continua lei – può aiutarmi a capire?  “

Mi affaccio da Piazza Petruccioli e vedo quello che lei sta indicando. .

” Il percorso sotto il paese è  “La selciata” , ma non lo troverà su google maps. E’ un percorso che conduce da Piazza Petruccioli  dove siamo ora,  fino ai  meravigliosi e antichi “lavatoi pubblici  “,  ubicati sotto l’acquedotto mediceo quello che vediamo sulla nostra destra”-  le rispondo.

“Se vuole, l’accompagno”

 

Scendo e mi sento allegra per questa imprevista e salubre passeggiata.  Lungo la   ” La Selciatau” le mostro le case che sembrano sorgere dal tufo stesso, come naturali eruzioni dello scoglio che sostiene il paese.

Vedo le porte aperte dei  bagni pubblici divelti e spero che lei non li veda. 

Gilda, così si chiama la ragazza con la quale cammino fino ad arrivare alle basi dei grandi archi che sostengono l’Acquedotto Mediceo di Pitigliano. Avvicinandoci agli archi vediamo, nello spazio interno, il primo dei sette Lavatoi Pubblici esistenti a  Pitigliano.

“Qui le  donne del paese “facevano il bucato”,   fin dai primi del Novecento”- dico a Gilda. 

I Lavatoi medicei di Pitigliano, situati sotto l’acquedotto sono composti da tre grandi vasche in travertino con fontane. Siamo davanti ad un’opera architettonica unica.

“Non possiamo avvicinarmi alle vasche!   Perchè lo spazio sotto le colonne dell’acquedotto è recintato e chiuso da un  piccolo cancello di ferro? ”  mi chiede Gilda e io non so cosa rispondere.  

Chiudo gli occhi e immagino le donne di Pitigliano che arrivavano dalle case con il cesto della biancheria da lavare e il sapone fatto in casa. Donne di tutte le età, si muovono operose intorno alle vasche, mentre i bimbi giocano  intorno le colonne dell’acquedotto.

Chiudo gli occhi e ascolto le storie che le donne narrano facendo il bucato. Immagino la fatica mischiata al sudore, le emozioni condivise fra la schiuma del sapone e l’acqua fredda dalle cannelle.

Le vedo con la mente le donne di allora,  una davanti all’altra mentre si scambiano confidenze bisbigliate, aiuti reciproci, immagino gli alterchi,  le gioie e  le canzoni  condivise, in questo luogo. 

I lavatoi pubblici  con il tempo, sono diventati  luoghi abbandonati.

 

 I lavatoi  di Pitigliano- dice Gilda agitata- anche se abbandonati raccontano la storia delle donne del posto. Sono un bene che appartiene a tutti,  non possono per miopia culturale, essere inacessibili ai residenti ed  ai turisti !. 

 

 

 

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