La Chanukàh della Piccola Gerusalemme – MaremmAlFemminile

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La Chanukàh della Piccola Gerusalemme

 

 

 

 

 

 

 

L’Associazione “La piccola Gerusalemme”  a Pitigliano nella Maremma Toscana esiste con lo scopo di mantenere vivi i ricordi di una storia lunga ed intensa durata quattro secoli.
Conosco la Presidente, la Signora Elena Servi, una delle ultime persone ebree ancora residenti a Pitigliano. Le le ho chiesto di raccontarmi in che modo festeggiavano la Chanukàhe gli Ebrei che  abitavano nel paese e lei questo mi ha narrato:
La festa  della Chanukàh era molto sentita a Pitigliano, devi sapere Cinzia,  che la  Channukà  festeggia  la ri-conquista degli Ebrei del Tempio di Gerusalemme profanato dai Greci Selleucidi 165 a.c.
Per riconsacrare il Tempio gli ebrei vollero riaccendere la Menorà (candelabro a sette bracci), ma non trovarono l’olio per farlo. Fu trovata una piccola ampolla con olio sufficiente solo per un giorno.
Per preparare altro olio puro che serviva, i sacerdoti avrebbero dovuto purificarsi e questo rito richiedeva sette giorni.
La lampada fu comunque accesa e miracolosamente continuò a brillare per ben otto giorni!
Io ricordo, continua la Signora Elena Servi, che nella Sinagoga a Pitigliano il Rabbino accendeva la Channucchià d’argento.
Recitavamo le benedizioni della festa, ed erano tre la prima sera e due  per ogni giorno seguente.
Dopo le benedizioni tutti insieme cantavamo i salmi in Sinagoga. Finita la cerimonia andavamo a casa e noi bambini eravamo particolarmente felici perchè per la festa della Chanukàh,  era uso fare doni ai piccoli,  e noi aspettavamo la sorpresa.
Ogni famiglia accendeva la propria lampada, io ero la più giovane e spettava a me  il compito di accedere lo Shammash (la luce evidenziata nella chanuchià è la prima che deve essere accesa).
A casa mia, come in tutte le case degli Ebrei di Pitigliano era consuetudine preparare un dolce speciale per la festa, le donne di casa lo facevano con la pasta del  pane, l’ olio, le anici e l’uva passolina.
Il preparato veniva tagliato a forma di rombi, per poi essere fritto e ricoperto di miele e zucchero.

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